SAN SEVERINO LUCANO [.com]

Gruppo Lupi all’inaugurazione dell’Infopoint di Episcopia: il racconto della scoperta dell’Eremo di San Saba

Ad Episcopia inaugurazione dell’Infopoint e proiezione del video sulla scoperta dei resti dell’Eremo di San Saba

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Si è tenuta ieri 23 dicembre l’iniziativa di inaugurazione e presentazione della nuova sala dell’Infopoint ad Episcopia, nel corso della quale io e Maurizio Lofiego siamo stati invitati ad intervenire in merito alla recente scoperta dei resti dell’Eremo di San Saba, nella veste sia di guide escursionistiche che di rappresentanti del Gruppo Lupi San Severino Lucano ( e con il simpatico appellativo di “esploratori” riportato nella locandina). E’ stato proiettato per l’occasione il video che abbiamo realizzato durante l’escursione, per informare la cittadinanza sulla rilevanza storico-culturale di questa scoperta (almeno a livello locale), che conferma la veridicità delle testimonianze storiche relative all’Eremo riportate su alcuni documenti antichi. Un ritrovamento fatto quasi per caso durante una breve escursione, nemmeno programmata, il primo di Dicembre che ha avuto luogo grazie alla collaborazione e allo scambio di opinioni avute su Facebook con Alberto Maria Viceconte, appassionato di storica locale e consigliere comunale, con delega a turismo e spettacolo. Non sapevamo infatti, all’inizio, che sul “dorso d’elefante” che avevamo fotografato aggirandoci tra i conglomerati del Sinni, vi fosse stato un eremo frequentato a partire da più di mille anni fa, prima da San Saba il Giovane, dal Beato Giovanni da Caramola e poi dal monaco Pietro Cafaro di Episcopia. Un sito che sarà ovviamente sottoposto a vincolo archeologico. Ringraziamo Alberto anche qui pubblicamente, (assieme al sindaco Vecchione e a tutta l’amministrazione comunale di Episcopia, ai presenti), per averci subito messi al corrente delle sue conoscenze, per averci “accolti” e invitati all’evento, per avere parlato di “valorizzazione” di quelle figure come le guide e le associazioni che “esplorano” e battono il territorio del Pollino (un riconoscimento che non sempre è scontato purtroppo). Una scoperta che è la dimostrazione di come la sinergia e la collaborazione tra diverse figure professionali e della società civile (come guide escursionistiche, studiosi di storia locale, archeologi, ornitologi, geologi ecc.) non può che essere feconda per la conoscenza e la divulgazione ambientale del nostro territorio. I diversi paesi del Parco sono legati da tradizioni e storia comuni, il Pollino dalla Calabria alla Valle del Sinni è parte della nostra identità, siamo cioè “pollinesiani” come dico sempre scherzosamente (ma non troppo…!). Con l’occasione sono state illustrate ai presenti le peculiarità naturalistiche – geologiche, faunistiche, floristiche di questa parte della Valle del Sinni ricadente nei comuni di Fardella, Episcopia, Chiaromonte, un po’ “snobbata” ma invece meritevole di attenzione, da conservare e tutelare, promuovendo anche un turismo rispettoso dell’ambiente naturale e dei beni culturali. Un’area, quella della Valle del Sinni in generale, importantissima dal punto di vista archeologico, come anche il ritrovamento delle strutture di quest’Eremo dimostra. Un ultimo appunto che è stato fatto, riguarda la “sacralità” del sito, percepibile anche da un non credente, che ci fa riflettere sulla spiritualità di questi antichi monaci , che ricercavano nella comunione con i luoghi impervi del Pollino la via per la meditazione e l’elevazione interiore… Concludo dicendo che il lavoro di ricerca non finisce qui, perché nella Valle del Sinni ci sono sicuramente molte altre avventure che ci aspettano…

Saverio De Marco

(Presidente Gruppo Lupi San Severino Lucano)

foto fornite da Alberto Maria Viceconte

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