SAN SEVERINO LUCANO [.com]

Emergenza disoccupazione

Il lavoro è dimensione essenziale ed altamente incidente sulla vita e la crescita dell’uomo, sullo sviluppo e progresso dei popoli; è diritto e dovere fondamentale di ciascun uomo. Il lavoro è per l’uomo, né può essere ridotto a merce di scambio: è l’uomo nella sua dignità che deve restare al centro di ogni processo economico, tecnico, produttivo; l’uomo che non può essere umiliato e strumentalizzato per fini egoistici o di comodo; l’uomo al cui organico e globale sviluppo dovrebbe tendere lo sforzo generoso e costante degli organi preposti alla guida della cosa pubblica. Particolarmente grave – in Basilicata –  è il fatto che le persone maggiormente colpite dalla piaga rilevante della disoccupazione siano le donne e i giovani, costretti ad iniziare la vita senza speranza e senza prospettive e a perdere anni preziosi della propria giovinezza nella vana ricerca di un lavoro. Non di rado restano esposti alla tentazione di disorientamento morale o peggio di cedere, per un guadagno facile, a forme di criminalità purtroppo in crescita o ad evasioni senza sbocco. Ma occorre anche una forte mobilitazione delle amministrazioni locali, delle forze sociali e culturali, perché la delicata, preziosa, insostituibile opera di prevenzione e di repressione delle forze dell’ordine e della Magistratura sia testimonianza alta e forte della convinta opera ed operosa presenza dello Stato democratico in Basilicata.
Occorre sostenere ed allargare la base produttiva, innervando il territorio di strutture, infrastrutture, di servizi e favorendo la crescita di realtà produttive locali soprattutto di medie e piccole imprese, in sinergia con le grandi risorse suscettibili di sviluppo: agricoltura, turismo, artigianato; quello imprenditoriale, dal quale si attende una presenza più coraggiosa che affronti il rischio di investire in loco con saggezza e lungimiranza; quello manageriale, del quale si auspica una presenza locale più estesa e qualificata, per uno sviluppo autopropulsivo; quello dell’intero settore lavorativo che deve affrettare il passaggio da una passività rassegnata ad una solidale intraprendenza, superando le dinamiche di dipendenza economica e politica.
Ma ecco i dati allarmanti relativi alla disoccupazione. La disoccupazione giovanile, tra i 15 e 24 anni, in Italia tocca il 27,45%, ma quella reale, che comprende gli sfiduciati e inattivi a causa della crisi fa salire il dato al 38,7%. E’ quanto emerge da una rilevazione della Cgia di Mestre che, per quanto riguarda la disoccupazione reale vede in testa alla classifica la Campania al 51,1%, seguita dalla Basilicata al 48,3% e dal Lazio con il 42,5%.
Il problema dell’occupazione e quindi del lavoro e’ prioritario perchè il problema per tante persone, per tante famiglie, non e’ più quello di arrivare alla fine del mese, ma di arrivare al giorno dopo.
Le istituzioni devono fare la propria parte, l’intera società civile deve mettersi sempre più in rete e coinvolgersi per affrontare e risolvere questi momenti di crisi molto profonda.
Bisogna intervenire rapidamente su questo settore che e’ prioritario rispetto a tante altre urgenze che ci sono nel nostro Paese. Ed ecco un appello che facciamo e lanciamo ancora una volta: occorre una riflessione rigorosa e ad ampio raggio in riferimento ad un argomento di grande attualità.
Quando si considera che la Basilicata sta attraversando una precaria situazione occupazionale, quando si e’ costretti a registrare un’alta percentuale di disoccupati fra i giovani e gli adulti, quando si pensa che alcuni di essi si avviano forse all’età del pensionamento senza aver mai avuto, per lo meno in forma stabile, esperienze significative di lavoro e la gioia che da esse si ricavano, non si può non ribadire con forza che ogni uomo e ogni donna hanno diritto ad un lavoro che possa loro assicurare il necessario sostentamento per se’ e per la propria famiglia.
Tocca, certo, alla Chiesa riaffermare tale diritto (cfr. Laborem exercens,16) e contribuire, secondo le sue specifiche competenze, alla sua realizzazione; è compito, pero’, sopratutto dei responsabili ad ogni livello adoperarsi parche’ tale diritto non rimanga parola vana. E’ auspicabile, quindi, un ragionamento rigoroso e ad ampio raggio, cui non dovrebbero sottrarsi neanche i nostri amministratori regionali per quanto concerne il problema prioritario del lavoro.

Don Camillo Perrone, Parroco emerito di San Severino Lucano