[del Sac. Camillo Perrone]
La designazione della città di Matera a capitale Europea della cultura 2019 rappresenta una grande vittoria e un motivo d’orgoglio per tutta la Regione Basilicata.
È un traguardo che apre ad una sfida che deve coinvolgere tutta la Basilicata perché trasformi le sue debolezze in una via di riscatto. Oggi più che mai tutti insieme, donne e uomini di cultura nelle sue varie espressioni artistiche, religiose, economiche, sociali e politiche, abbiamo la comune responsabilità di valorizzare e far conoscere all’Europa e al mondo intero la nostra terra considerata quasi una cenerentola.
Oggi investire in cultura vuol dire investire nel nostro futuro e questa opportunità di Matera2019 non può e non deve andare sprecata.
E chi minimamente pensa che la Basilicata sia priva di patrimonio d’arte o vive fuori dal mondo o è ignaro di una realtà che è presente e per questo va salvaguardata, portata agli antichi splendori e fatta conoscere a tutto il mondo.
Occorre trasformare il magnifico riconoscimento in oggetto, in una concreta opportunità di tutela e valorizzazione del territorio lucano e di crescita complessiva a vantaggio delle sue comunità. È una sfida che riguarda la Basilicata intera. E poi il Sud e l’Italia.
La scelta di Matera quale capitale europea della cultura è una grandissima opportunità per il Sud, dove cultura, ambiente, turismo, ricerca e capacità di organizzare le risorse umane diventano le grandi armi nelle mani di un Mezzogiorno che non si commisera, ma che si dà da fare.
Per una forma di nemesi storica, aver sofferto nel passato miseria ed emigrazione a causa della mancanza di un processo di industrializzazione diffusa, disponiamo oggi di un patrimonio estremamente prezioso dalle fortissime potenzialità.
Ci sono le potenzialità e abbondano i beni di offerta, splendidi monumenti, Sassi di Matera (detti una volta: vergogna di Italia) e centri storici, conventi francescani e masserie fortificate, Magna Grecia e archeologia, buona cucina e alto senso dell’ospitalità.
La Basilicata: una terra segnata dalle molteplici realtà artistiche e culturali che si integrano in maniera unica con un paesaggio straordinario, ma particolarmente Matera, citta’ dalle risorse ineguagliabili, ove arte, cultura e natura si fondono in un bel connubio, splendore vetusto e anche moderno.
Quasi all’alba del mondo, le ansie e le sofferenze dei nostri avi sono state come pietrificate nei “Sassi”di Matera, tutta la storia politica religiosa e civile dell’uomo e’ rintracciabile lungo gli scavi cosi’ diffusi sul territorio regionale, oppure nelle chiese, nei monasteri, nelle grotte, in quei vecchi manieri ove alberga il “cuor di Federico”.
E vengono in mente le parole di Giovanni Paolo II rivolte ai materani nel 1991:<<Voi, abitanti di Matera e della Provincia, siete temprati da un’esperienza secolare ad affrontare grandi e piccoli disagi, a non piegarvi davanti alle avversità e alle forze della natura. Siete una popolazione laboriosa, paziente, silenziosa, profondamente umana e cristiana. E’ ben giusto che io vi renda oggi questa pubblica testimonianza. Merita di essere conosciuto il vostro coraggio, nutrito di fede, di pazienza e di amore al sacrificio. La nostra epoca raramente sa apprezzare tali preziose virtù perché spesso sembra preferire l’apparenza alla realtà, l’avere all’essere.
Simbolo della vostra secolare esperienza umana è quel complesso di centenarie abitazioni scavato nella roccia, conosciute nel mondo come i “Sassi”, divenute oggi una curiosità archeologica. Ma sotto lo stesso nome esse nascondono una storia di ristrettezze economiche, di enormi sacrifici individuali e collettivi. I vostri non lontani antenati erano poveri, ma onesti; privi dei tanti beni fuggevoli, che può offrire questa terra, ma ricchi di quegli altri beni che non tramontano mai.
I “Sassi” richiamano alla mente le avventure di popolazioni scacciate dalla loro patria, per motivi religiosi e politici, e qui approdati trovandovi rifugio ed accoglienza>>.
Poi urge una profonda educazione a riscoprire, conoscere, apprezzare il nostro patrimonio storico, artistico, architettonico e culturale ecc. e questo significa consegnare alle nuove generazioni dei talenti non indifferenti da spendere.
Occorre inoltre far conoscere la cultura quale bene comune di ciascun popolo, espressione della sua dignità, libertà e creatività: testimonianza del suo cammino storico.
E serve programmazione e il coinvolgimento di tutta la comunità lucana, comprese le più piccole, perché la ricchezza culturale e sociale della Basilicata non è solo nei confini della città di Matera ma anche e soprattutto nei piccoli borghi.
Questo dovrà rappresentare anche una unica opportunità di creare nuovo lavoro e sviluppo nel settore del turismo e dei servizi. Un’opportunità importante, unica, che potrà restituire dignità. La sfida inizia adesso. Cultura è lavoro, è sviluppo, è ripresa.
Rincresce dire che la Basilicata è stata purtroppo caratterizzata, fino a pochi anni or sono, da un quasi completo isolamento.
Questo, se le ha consentito di conservare, quasi intatte, le sue notevolissime risorse naturali, ambientali, monumentali, non ha permesso che queste risorse pregiate, ed a volte uniche, fossero adeguatamente conosciute all’esterno ed alimentassero significativi movimenti turistici, culturali e sociali.
Con la città di Matera – baricentro europeo della cultura – anche le aree interne, in conclusione, vanno aiutate verso uno sviluppo congeniale alle molteplici risorse presenti sul territorio.
Don Camillo Perrone