SAN SEVERINO LUCANO [.com]

Povertà in crescita

La povertà cresce e tocca tutti, seppur da punti di partenza molto diversi, e ciò fa la vera differenza. La crisi non è congiunturale ma di sistema,  e la durata nel tempo,  nonché gli scenari internazionali, hanno ormai dimostrato che riveste una complessità e profondità tali da non poter essere affrontata con «formule» facili o peggio propagandistiche, nè oggi né domani. E neppure è possibile un affronto puramente nazionale che prescinda da quel contesto europeo e mondiale che – pur presentando vischiosità e particolarismi – sarebbe illusorio e suicida sottovalutare. E nel quale bisogna saper stare con competenza e autorevolezza riconosciuti.
La soglia di povertà relativa in Italia, ci informa l’Istat, è pari a 1.011,03 euro per una famiglia di due componenti. Detta in i termini crudi, significa che un nucleo composto da marito e moglie (in cui solo uno porta a casa uno stipendio) se prende meno di quella cifra è da considerarsi povero. Non sono pochi, tutt’altro: più di 8 milioni di italiani.
«Povertà relativa» significa una condizione al di sotto degli standard normali di vita. Se poi si passa alla «povertà assoluta», che vuol dire essere al limite della sopravvivenza, si arriva al 5 per cento, pari a quasi 3 milioni e mezzo di persone. Per completare il quadro, queste cifre si riferiscono al 2011; è perfino ovvio ritenere che quest’anno siano decisamente peggiorate. Il quadro comunque basta e avanza per capire quanto sia non solo indispensabile ma urgente risanare i disastrati conti pubblici italiani, e mettere come priorità assoluta il miglioramento delle condizioni di vita di milioni di cittadini; anche per far sì che  la Costituzione non solo non rimanga lettera morta, ma soprattutto non venga tradita. Chi deve campare con poco più di mille euro al mese non può reggere a lungo: se si tolgono le spese strettamente necessarie per la casa, le bollette, il mangiare, il vestire, anche economizzando fino all’osso è davvero dura arrivare a fine mese.
Ecco perché la politica è chiamata non solo a risparmiare nella spesa pubblica, ma anche a rimettere in moto un’economia che è stagnante da troppi anni. Non basterà l’attuale governo Monti per riuscirci: le misure annunciate a fine agosto sono valide, ma hanno bisogno di tempo per dispiegare i loro effetti, e vanno accompagnate da altre. E’ un compito che spetta alla nuova legislatura che partirà con le elezioni della primavera 2013.
A questo punto, e a conclusione, ci permettiamo di aggiungere che è scoccata davvero  l’ora della solidarietà lungimirante; ci vogliono strateghi di ogni operosa convergenza più che guardiani severi di un’ortoprassi rigida solo nella misura  in cui lo si vuole. Bisogna quindi puntare di più sulle comunità, sui territori, e con loro studiare caso per caso le soluzioni.

Don Camillo Perrone, Parroco emerito di San Severino Lucano