Il 1998 fu proclamato dall’ONU <<Anno internazionale dell’Oceano>>. L’iniziativa voleva evidenziare l’urgenza di adottare a livello mondiale misure a salvaguardia di quello che rappresenta un patrimonio biologico di vitale importanza per l’ambiente terrestre. Le acque del pianeta non possono essere sfruttate indiscriminatamente senza apportare gravi mutamenti all’ecosistema globale. Ma perchè è importante il messaggio che l’ONU voleva lanciare al mondo con questa iniziativa?
Intanto, perchè gli oceani coprono il 70% della superficie terrestre; in secondo luogo, perchè dagli oceani si ricava gran parte dell’alimentazione umana.
In primo luogo, applicare le direttive e le risoluzioni adottate a Kyoto, per tornare nel 2012 a ridurre la emissione di gas-serra; in secondo luogo, i Paesi dovrebbero essere responsabili di aumentare le loro fasce di rispetto per la pesca. Le cause da evitare sono principalmente tre. La prima, è quella dell’innalzamento della temperatura terrestre dovuto al buco nell’ozono e all’effetto serra che sta portando allo scioglimento dei ghiacci dei poli e anche dei ghiacci dell’entroterra, con un aumento dei livelli dei mari e gravi danni ai Paesi che sono a livello del mare. In secondo luogo, l’inquinamento. Ricordiamo che oggi grandissima parte del petrolio che consumiamo viaggia per mare, e una parte di essa si perde, appunto, negli oceani. Terzo, la pesca. La pesca, purtroppo, sta aumentando in maniera frenetica; vi sono ormai molte specie a rischio e c’è il pericolo che nei prossimi anni grandi stock di pesci – aringhe, merluzzi e altri pesci, un tempo abbondanti e fecondi – divengono più rari e più depauperati, con gravi danni per l’alimentazione umana.
Una vera e propria emergenza idrica globale. L’acqua, essenziale per la via dell’uomo e del pianeta, è sempre più scarsa. Se il problema è ancora poco avvertito nelle aree industrializzate, è invece già devastante per i paesi più poveri. Le Nazioni Unite parlano di “Crisi Mondiale dell’Acqua”.
A proposito recentemente Benedetto XVI ha richiamato l’attenzione sui “tanti fratelli e sorelle che in questi giorni, nel Corno d’Africa, patiscono le drammatiche conseguenze della carestia, aggravate dalla guerra e dalla mancanza di solide istituzioni”. Le stime delle persone colpite dalla terribile siccità che coinvolge la Somalia, l’Etiopia, il Kenya, Gibuti e mette a rischio l’Eritrea, il Sud Sudan, l’Uganda e la Tanzania hanno superato i 12 milioni e le notizie sono sempre più allarmanti. La presenza della CEI, a nome dei Vescovi italiani, ha disposto una colletta nazionale con una raccolta straordinaria di fondi per domenica 18 settembre 2011, al fine di sollecitare le comunità cristiane e tutti gli uomini di buona volontà ad esprimere fattivamente solidarietà alle popolazioni colpite dalla siccità attraverso gli interventi di Caritas Italiana in collaborazione con le Caritas locali che da mesi sono mobilitate per rispondere ai bisogni.
Riferiamo infine che dal 26 al 28 agosto 2011 si è tenuto a San Severino Lucano, nel cuore del Parco Naz. del Pollino, la II edizione del POLLINO TEATRO FESTIVAL organizzato dal Centro di Educazione Ambientale Pollino-Basilicata allo scopo di offrire spunti di riflessione sui temi dell’Ambiente e dello Sviluppo Sostenibile e nel contempo sperimentare nuove modalità comunicative sia dell’educazione ambientale che di divulgazione delle bellezze naturalistiche del Parco. E’ richiesta la rivisitazione del rapporto tra l’uomo e l’ambiente, il passaggio da una cultura di morte ad una cultura da costruire, la cultura della vita.
Don Camillo Perrone, Parroco emerito di San Severino Lucano