Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Admin (del 23/06/2014 @ 22:23:07, in news, linkato 675 volte)
L’ UCCISIONE DEL MAIALE
Quest’articolo lo scrissi circa 15 anni fa, quando fui affascinata da una pratica che un giorno sarebbe, forse, scomparsa del tutto. Nelle frazioni, anche se con numeri molto ridotti, l’antica usanza dell’uccisione del maiale però, resiste ancora.
Tra gli ultimi giorni di dicembre e i primi di gennaio si è svegliati da grida strazianti provenienti anche dalle vicine frazioni: si uccide il maiale.
Nel fatidico giorno gli uomini e le donne si dividono i compiti: ai primi i lavori che necessitano della forza e alle seconde quelli in cui servono manualità e ordine.
Ci si sveglia di buon’ora quel giorno. Dopo un’affrettata colazione, che può essere basata pure su carne arrostita, inizia una delle pratiche più crudeli di questi luoghi.
Ci si reca nella ‘`zimma». La massaia di casa, con un recipiente contenente grano turco, incita la bestiola ad uscire mentre gli uomini sono pronti con le funi: ne dispongono una intorno al muso, per renderlo inoffensivo e le altre alle zampe anteriori. E’ trascinato così fino a che, catapultato sullo “scanno”, ( tavolo concavo costruito per quest’occasione) uno degli uomini, il più coraggioso, infila con tenacia la lama affilatissima del coltello, nella gola dell’animale. Lo sfortunato, se non muore subito, è costretto ad ansimare con ritmo penoso o, peggio, è costretto a subire ulteriori infiltrazioni della lama in altre parti della gola.
L’ultimo respiro del malcapitato indica la morte e quindi l’ordine agli uomini di proseguire e alle donne di raccogliere il sangue che fuoriesce dalla gola della bestiola. E’ cosparso d’acqua bollente, per rendere il pelo più facile da radere. La pelle è pulita con il limone.
Raso e pulito si procede nel legare i piedi posteriori con una fune per poi appenderlo al soffitto a due grossi ganci. Si va avanti poi a sventrarlo. Si asportano, con taglio netto e deciso genitali e vescica . Questa, svuotata dell’urina, si gonfia tramite una cannuccia fino a diventare un palloncino rosa pieno di venature che verrà essiccato e poi riempito di sugna e salsicce.
Tolti i genitali, si asporta la testa e poi, un taglio verticale sul corpo, permette di estrarre cuore, fegato e intestini.
Le donne della famiglia preparano il ricco pranzo da offrire a coloro che hanno operato.
Un tempo il pranzo costituiva un momento di aggregazione e di festa tra amici e parenti e gli invitati potevano raggiungere pure le trenta o quaranta persone. “U nvito”, così si chiamava. Oggi sono poche le famiglie a fare “u nvito”; la vita moderna, anche qui, in questo piccolo angolo del mondo, spinge ad agire in modo funzionale.
Dopo aver pranzato, gli uomini si ritirano, le donne più giovani lavano i piatti e quelle più grandi puliscono le budella del maiale. Le interiora svuotate e lavate con acqua tiepida, sono girate con una particolare tecnica per far sì che la parte interna diventi esterna. Lavare le budella è un lavoro delicato e difficile, va eseguito con accuratezza e pazienza poiché l’intestino può perforarsi o può rimanere sporco. Le mani delicate e decise delle donne sono adatte a questo tipo di lavoro che molte ragazze non vogliono più fare.
Il giorno dopo ci si alza di buon’ora, gli uomini di casa badano a tagliare a pezzi il maiale. I pezzi sono disossati e dati alle donne che tagliuzzano e dividono accuratamente la carne: quella rosa per le soppressate, quella rossa per le salsicce e quella piena di grasso per la salsiccia grassa.
Si riuniscono le donne della famiglia e le amiche della mamma, quelle cui ci si può rivolgere in caso di bisogno. Le donne tra una coltellata e l’altra parlano di sé e si ritrovano nei pettegolezzi paesani. C’è un solo modo per evitare di “fare la carne”: essere mestruate. Questa credenza ha origini antichissime. Si afferma che una donna quando ha le mestruazioni emetti un fluido dannoso per la carne e a costei è vietato persino sfiorarla. Molte sono le testimonianze di donne che hanno mandato a male le salsicce per aver cercato di sfatare questa credenza.
La carne, era sminuzzata, un tempo, con due lame di coltello, oggi con una macchina. Macinata, viene stesa su una tavola quadrata: quella per le salsicce si condisce con il peperone, il sale e pepe mentre quella per le soppressate solo con pepe e sale e, a scelta, un poco di peperone a polvere. Pressato sul tavolo, il composto, assume le sembianze di una grossa pizza su cui sono cosparsi gli ingredienti. Le donne si alzano le maniche delle maglie e iniziano quasi a prenderlo a pugni, mescolando. Gli assaggi: un rituale a volte irritante. Per controllare se è ben condita di sale, si mette un po’ di carne in un tegamino a soffriggere. Alcune dicono: “ buona”, altre: “salata”, altre ancora: “troppo dolce” e alla fine con diffidenza, sentenzia la padrona di casa. L’ultima operazione consiste nel fare la “cunzima” Nelle zone montuose, ovviamente, non si produce olio che un tempo era un condimento raro e costoso,in possesso solo delle famiglie, le cui donne erano braccianti stagionali retribuite a cottimo nel Metapontino. Il grasso del maiale sostituiva l’olio. Il lardo tagliato a cubetti viene riposto in grosse pentole, produce un estratto che, riversato in vasi di terracotta, si raffredda e si solidifica diventando bianco e compatto: la sugna. I pezzetti di grasso, il cui volume, dopo tale operazione si riduce di molto, si chiamano “frittuli”; oggi sono dati ai cani ma fino a un decennio fa si servivano a tavola, mentre una cinquantina di anni fa erano preziosi quanto la carne.
Oggi sono in molti a non avere il maiale. Si acquista la carne dal macellaio per farne salsicce e soppressate. Alla domanda: “picchì nun t’hai crisciut’i u puorcu?”, si risponde” nun mi cummena”, non mi conviene. In effetti, in quest’ultimo decennio, sì è verificato un profondo mutamento nell’alimentazione delle famiglie. I giovani non vogliono più mangiare le orecchie, i piedi e tolgono il grasso dal prosciutto. I loro genitori, appartenenti a quella generazione che non ama vedere lo spreco, preferiscono rinunciarci. Un tempo poi, si seminavano orzo, biada, fave ecc. Per alimentare il maiale, si utilizzavano le proprie coltivazioni mentre oggi è necessario comprare i mangimi. Eppure, tutti i prodotti che si riescono a ricavare dal maiale, sono l’esempio di come il mondo contadino, sapesse sfruttare ogni risorsa che veniva dalla natura.
Carmela De Marco
Di Admin (del 22/06/2014 @ 12:18:27, in news, linkato 734 volte)
Si terrà il 13 luglio 2014 a San Severino Lucano la 9° edizione del Trofeo dei Briganti del Pollino.
Di Admin (del 14/06/2014 @ 13:05:29, in news, linkato 735 volte)
Di Admin (del 09/06/2014 @ 20:19:41, in news, linkato 720 volte)
Sabato 14 e domenica 15 Giugno 2014 Festa San Francesco di Paola a Cropani PROGRAMMA:
Di Admin (del 06/06/2014 @ 20:54:34, in news, linkato 740 volte)
Una scossa sismica di magnitudo 3.9 è stata registrata alla 15.41 tra Calabria e Basilicata. La Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile si è messa in contatto con le strutture locali del Sistema nazionale di protezione civile, con epicentro individuato tra i comuni di Viggianello e Rotonda in provincia di Potenza e Morano Calabro e Mormanno in provincia di Cosenza- risulta avvertito dalla popolazione, ma non sono stati segnalati danni a persone o cose.
con epicentro individuato tra i comuni di Viggianello e Rotonda in provincia di Potenza e Morano Calabro e Mormanno in provincia di Cosenza- risulta avvertito dalla popolazione, ma non sono stati segnalati danni a persone o cose. © 2006-2014 Trm Radiotelevisione del Mezzogiorno. Articolo completo: http://www.trmtv.it/home/cronaca/2014_06_06/72237.html
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Di Admin (del 05/06/2014 @ 17:36:04, in news, linkato 675 volte)
Pagamento IMU 2014
Di Admin (del 29/05/2014 @ 23:31:17, in news, linkato 876 volte)
ELEZIONE DIRETTA DEL SINDACO risultati 2014
Di Admin (del 13/05/2014 @ 22:13:39, in news, linkato 700 volte)
ELEZIONE DIRETTA DEL SINDACO E DEL CONSIGLIO COMUNALE Liste dei candidati per l’elezione diretta alla carica di Sindaco e di n. 10 consiglieri comunali, che avrà luogo domenica 25 maggio 2014 (art. 71 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ed art. 31 del testo unico 16 maggio 1960, n. 570 e successive modificazioni)
Di Admin (del 06/05/2014 @ 13:35:27, in news, linkato 778 volte)
Sabato 30 maggio 2014 la comunità di San Severino Lucano porterà in processione la statua della Madonna del Pollino, prima di accompagnarla al Santuario a lei dedicato, dove la Vergine rimarrà fino a settembre. Il programma prevede una processione per le strade del paese dalle 18,00 alle 20,00 di sabato subito dopo la celebrazione Eucaristica, domenica 1 giugno 2014 la prima messa è all’alba alle ore 6,00 nella chiesa parrocchiale da dove inizierà la salita per il monte, saranno attraversate le varie contrade e alle 11,00 ci sara' la celebrazione eucaristica a Mezzana, all’incrocio Acquatremola ci sarà l’incontro con i pellegrini venuti dai paesi dell’interland e poi i fedeli tutti riprenderanno il cammino verso il Santuario. L’arrivo è previsto intorno alle 17,00. il viaggio si completerà, naturalmente con la celebrazione della Messa. La statua, di stile bizantino, è lignea: la Vergine sul braccio sinistro tiene il Bambin Gesù, che a sua volta sostiene il mondo. Il Santuario sorge sulle pendici settentrionali del massiccio del Pollino, a 1537m s.l.m. Secondo la tradizione popolare la storia del Santuario comincia tra il 1725 e il 1730 con un’apparizione della Vergine ad un pastore che, nella montagna di Pollino, conduceva al pascolo il suo gregge.Il pastore, impressionato, divulgò il fatto rapidamente. Una mattina una donna di nome Rosa Maria e la cognata Vittoria iniziarono la salita al Monte. Rosa Maria aveva a casa il marito Antonio Perrone affetto da lunga e inguaribile malattia. Dopo aver tanto camminato, ebbero sete ma non potevano dissetarsi per mancanza d’ acqua. Si rivolsero allora alla Vergine affinché,se indegne di vederla a faccia a faccia, almeno ne ricevessero la grazia di poter trovare un po’ d’ acqua per estinguere l’arsura. A breve distanza da loro, improvvisamente videro sgorgare uno zampillo d’ acqua da una grossa pietra conformata a conca. Accanto a questa pietra videro l’apertura di una grotta, era piccola, formata da grossi blocchi di roccia. Le due donne, appena entrate nell’interno della grotta si accorsero che in un canto di essa era ammucchiato del pietrame minuto con misto a terriccio in modo da far sospettare che sotto dovesse essere stata nascosta qualche cosa. Ed osservando meglio a un lato del mucchio videro lo spigolo di una cassa. Con le mani tremanti, esumarono ed aprirono la cassa già ammuffita e logora, con i chiodi arrugginiti e strozzati .e in un grosso panno di lana era avvolta una piccola Statua della Vergine col Bambino, quasi intatta, ma alquanto scolorita e sciupata nei lineamenti. Le due donne, col cuore ricolmo di gioia , ritornarono alla propria casa ove trovarono Antonio miracolosamente guarito. Antonio al racconto commovente s’inginocchiò in mezzo alla casa e fece voto che, avrebbe fatto costruire una Cappella nel luogo di ritrovamento della statua, dopo la raccolta del danaro occorrente. Così sorse, in piccola costruzione, ora il Santuario. Esso oggi comprende la chiesa, alcuni locali annessi per il servizio e la dimora del clero e del personale addetto alla custodia del Santuario, la Casa del pellegrino per l’ accoglienza dei fedeli e per coloro i quali vogliono vivere alcuni giorni di profonda spiritualità. La chiesa, ampliata nel 1970, è di stile romanico, ha tre navate con artistica volta di legno adornata da un pregevole rosone. Il Santuario della Madonna del Pollino è punto di riferimento religioso per numerosi fedeli della calabria settentrionale e del sud della Basilicata. La grotta, dove secondo la tradizione è stata ritrovata la statua,ancora oggi è al centro della pietà popolare.
Di Admin (del 18/04/2014 @ 18:20:01, in news, linkato 927 volte)
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